Sei dolce come il ricordo della mia prima bicicletta!
Il dolore che mi dai è come lo scorrere dell'asfalto
sulle mie ginocchia... ti amo, cosi' gialla e cromata,
instabile mezzo da tubi e catena sporca di grasso,
morbida gomma e pedali che hanno vita propria,
sentimento che porta più veloce di un camminare.
Salire su di te è come salire su di un sogno,
scorrono veloci immagini di prati e alberi allineati,
mi porti via e non capisco dove finirò.
Decidi in istanti il percorso del mio corpo e lo lanci
nel fango o in un fosso vicino...
animale meccanico fedele o assassina dell’anima?
Devo proprio apprendere la nobile arte del ciclismo
o devo rinchiudere me stesso nelle scatole veloci
e protette del normale umano?
(Giancarlo Rossetti, 2017)