Il mio viso è come la carta di un percorso nei monti,
segni di sentieri e delle cime da scalare e burroni.
Non autostrade e pelle di seta.
Sono tratti antichi di pensiero,
sepolti sotto cenere di boschi bruciati.
Tra di loro si parlano come disegni,
diventati senza senso.
Conforto perso;
perché alla fine tornare
è lasciare le città dei castelli di sogni.
Mondo ristretto, sempre più piccolo
fino a quando, inghiottito tutto, mi ha sputato.
Ho studiato i sentieri tracciando e cercando
la via del ritorno scoprendo un disegno sconosciuto.
(Giancarlo Rossetti, 2015)
La vita è un percorso, si sa. Quale sia, quale sia quello giusto, quale sia quello sbagliato... non si sa. Di seguito immagini dei volti di Giancarlo nel suo percorso di vita (scelta deliberata tra le foto in cui era da solo).
Qui molti lo riconosceranno:
Anche qui lo riconosceranno, ma qualcuno in meno:
Qui lo riconosceranno i compagni di scuola superiore (ottica):
Qui lo riconosceranno i compagni della montagna, in blu (la scritta è dietro la foto):
Qui lo riconosceranno i compagni di Fontanafredda:
Qui solo pochissimi lo riconosceranno:
Ma qui quasi tutti si rifiutano di accettare che (per un breve tempo) anche questa fu realtà (con il papà):
Un viso come la carta di un percorso nei monti...