Già un anno che Giancarlo se n’è andato. In una calda estate che probabilmente non avrebbe apprezzato.
Dopo un anno, rimane ben presente, nelle persone che ne parlano, che si scusano di non aver saputo, che ricordano questo o questo suo aspetto…
Giancarlo scrive nei suoi appunti che avrebbe voluto essere ricordato. E direi che gli amici lo hanno ascoltato.
Ma Gianca era propriamente un artista performativo, uno che agisce, su oggetti e materia, ma anche sulle persone, ascoltandole, ricordandosi di loro, cercandole, comparendo all’improvviso per un motivo qualsiasi. Poche parole. Fare qualcosa quand'è il momento che si sente giusto…
Per questo non si possono ricreare le sue attenzioni o quel messaggio che arriva - inaspettato - e riprende quel cruccio o quell’idea…
Molti suoi scritti nel sito appaiono malinconici, duri o di abbandono e probabilmente sono i momenti intimi e solitari (ai quali teneva molto). Invece, la vita attiva, l’energia positiva, le performance riempivano l’altro tempo, con le persone. Yin e Yang. Mentre si vive non si scrive, si sa.
Ecco, per il primo anno senza Giancarlo,...
“Il tempo è l'unica risposta, da cercare ognuno, dentro al proprio animo…” (L’ho fatto… mi è costato molto, odio la morte degli altri, 2016)
Allora che ciascuno lo riveda idealmente, beva qualcosa in sua compagnia, si ricordi di cose pensate, dette e fatte e - quando e come gli va - continui sulla strada in sua compagnia.
(Anto Rossetti)
(Giancarlo Rossetti)